La stampa sta dando ampio risalto alle indagini sulla tragedia del Natisone avviate per chiarire se ci siano state eventuali responsabilità di natura omissiva nella catena dei soccorsi.
Siamo solo agli inizi dell’iter giudiziario che tenterà di dare una risposta ad alcuni interrogativi. I tre ragazzi potevano essere salvati e in che modo, e se qualcuno ha commesso degli errori risultati poi fatali per i tre giovani? I protocolli di intervento in uso dai soccorritori potrebbero aver palesato delle falle?
Subito dopo la tragedia l’assessore Riccardi, da cui dipendono le Centrali di emergenza di Palmanova, aveva dichiarato che gli operatori seguendo il protocollo avevano fatto il loro lavoro nella correttezza delle attività.
In effetti sembra che gli operatori del NUE 112 abbiano seguito i protocolli e avendo inquadrato le richieste di aiuto dei ragazzi come soccorso tecnico hanno passato le telefonate ai Vigili del Fuoco, ai quali compete in via esclusiva il soccorso tecnico. Come da protocollo.
Bisogna sapere che gli operatori che rispondono al 112 hanno il solo compito di informarsi dove è successo l’incidente e capire a chi girare la telefonata, tra soccorso sanitario, vigili del fuoco, forze dell’ordine, seguendo dei rigidi protocolli predisposti dal Ministero dell’Interno. Del resto, il personale del 112 non sa né quali sono i mezzi di cui dispongono gli enti che allertano, né dove sono situati.
Quindi non potevano sapere che a Campoformido, distante 20 km dal luogo della tragedia, era libero e operativo un elicottero della Regione predisposto proprio per affrontare le emergenze sia tecniche che sanitarie. Ma se anche l’avessero saputo a norma di protocollo non avrebbero potuto attivarlo, perché era una richiesta di soccorso tecnico da passare ai Vigili del Fuoco, e non di soccorso sanitario da passare alla SORES – Sala operativa regionale emergenza sanitaria.
Ma la SORES è la sola centrale abilitata a far decollate tale elicottero, che è disponibile dal 2022 presso la base di Campoformido proprio per fornire non solo servizi sanitari ma anche di soccorso tecnico. Infatti, nel documento ufficiale di avvio si legge che questo elicottero “verrà prevalentemente utilizzato per Trasporti secondari differibili; Trasporto Organi; Ricerca Dispersi; Recupero Illesi in ambiente ostile; Recupero Codici Bianchi in ambiente ostile; Recupero Salma; Addestramenti; Riconfigurazione elicottero; Eventi con maxiafflusso.”
Quindi anche per il “Recupero Illesi in ambiente ostile”, e i tre ragazzi al momento dell’allarme erano senz’altro illesi e senz’altro l’ambiente in cui si trovavano era ostile. L’elicottero di Campoformido poteva raggiungere i ragazzi nel giro di 11-12 minuti.
Ma come si fa ad attivare questo mezzo? Ci sono protocolli specifici? Parrebbe di no, infatti il NUE 112 può allertare la SORES solo per soccorso sanitario, ma non per soccorso tecnico, eppure l’unica centrale che può allertare l’elicottero adibito anche a soccorso tecnico è proprio la SORES, ma il NUE 112 non può allertare la SORES per soccorso esclusivamente tecnico.
Eppure, questo elicottero è sempre pronto a partire, ci sono pilota e tecnico di volo presenti ogni giorno 365 giorni all’anno, costa ai contribuenti 2 milioni all’anno, anche se non vola.
Né esistono, per quanto noto, protocolli condivisi tra Regione e Vigili del fuoco per l’utilizzo di questo elicottero, per cui giocoforza i pompieri hanno dovuto allertare il loro elicottero con sede a Mestre.
Solo quando l’allarme è diventato sanitario, è decollato un elicottero da Campoformido, ma ormai era troppo tardi.
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